Class Action

Ubi Banca “risponde” per Banca Etruria
Per avv. Calvetti spiraglio per soci banche venete

13.02.2019
Class Action Calvetti avvocato Treviso Play Video

Il tribunale di Frosinone ha stabilito pochi giorni fa, su istanza dell’avvocato trevigiano Sergio Calvetti che rappresenta gli azionisti di una società decotta e poi ceduta alla Palladio Finanziaria di Vicenza, che a rispondere degli eventuali danni causati da contestate operazioni finanziarie con l’azienda compiute da un funzionario della vecchia Banca dell’Etruria e del Lazio, poi risolta e messa messa in Lca, sia Ubi Banca che acquisì a un prezzo simbolico tre “good bank” e, cioè, oltre che le nuove e ripulite Carife e Banca Marche, anche la Nuova Banca Etruria.

Il caso Ubi Banca viene spiegato nella nostra intervista esclusiva del 18 dicembre scorso con l’avvocato Calvetti, che rappresenta ad oggi anche oltre 8.000 risparmiatori soci di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca e che vede la decisione del giudice di Frosinone come uno spiraglio di peso per chiamare in causa non solo Ubi per Carife e Carichieti per i soci e gli obbligazionisti delle tre banche del centro Italia, ma anche Banca Intesa Sanpaolo che ha acquistato per un euro le due “parti buone” delle due banche venete poste in liquidazione coatta amministrativa.

«La differenza tra le due situazioni, quella di Ubi Banca e l’altra di Intesa, – afferma il titolare dello studio Tlc Lawyers Calvetti & Partners – è tutta nella “copertura” posta a protezione dell’operazione Intesa col Dl 99 del 25 giugno 2017, ma quel decreto è impugnabile per presunta incostituzionalità».

Abbiamo, quindi, commissionato a un nostro esperto, una sorta di Ctp, consulente tecnico di parte (dei risparmiatori azzerati), privo di ogni legame con affini in Banca d’Italia e/o in Consob, su quel decreto che nell’arco di pochi e notturni minuti in cambio di un euro consegnò a Intesa Sanpaolo, oltre ai denari per gli “scivoli” di 4.000 dipendenti, di cui poi 3.000 furono di Intesa, alla possibilità di “restituire” fino a 4 miliardi di crediti in bonis ma “deperibili” e a miliardi di garanzie dello Stato, le due parti buone delle popolari venete e quattro miliardi settecento cinquanta milioni di euro cash, la cui restituzione alla Stato è posta a carico delle due liquidazioni, ergo del patrimonio residuo dei soci azzerati…

Abbiamo già in mano lo studio che stiamo… studiando per renderlo a voi comprensibile a breve in attesa che il 29 gennaio al Mef la riunione convocata dal sottosegretario M5S Alessio Villarosa con la cabina di regia dei soci delle banche in Lca porti buone e definitive notizie sul decreto attuativo del Fondo Indennizzo Risparmiatori che va (andrebbe?) emanato entro il 31 gennaio.

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25/01/2019
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